Karpathos (Scarpanto) è la patria mitologica del gigante Iapetos, ha dato i natali a Proteo e ha visto crescere Αtena. A Karpathos (Scarpanto) ha trascorso una parte importante della sua vita anche Prometeo.

Secondo Omero «Κrapathos» fu originariamente sotto influenza minoica e aderì in seguito alla Lega ateniese fino al 400 a.C., anno in cui fu conquistata da Rodi.

Durante l’antichità, l’isola possedeva 4 città fortificate:  ArkassaVrykesKarpathos e Nisiro e l’isolotto Saria era collegata a Karpathos[4]. Nello stretto di circa 100 metri che oggi separa le due isole, dalla parte di Karpathos, si possono vedere i resti di un antico tempio di Poseidone Portmio; la baia di Tristomo era il maggiore porto naturale di Vrukunda.

Successivamente, Karpathos passò nelle mani di Romani, Βizantini, Αrabi, Genovesi (Αndrea e Ludovico Moresco), Veneziani (famiglia Cornaro) e  Turchi ottomani. Nel medioevo, l’isola si chiamava Scarpanto.

Nel 1913, l’isola passa sotto occupazione italiana. La libertà arriva prima rispetto alle altre isole del Dodecaneso, il 5 ottobre 1944, con gli abitanti di Menetès che, in prima linea, danno inizio alla ribellione cacciando gli Italiani. [8]. L’11 ottobre dello stesso anno, avviene la resa degli Italiani e la proclamazione della riunificazione con il resto della Grecia. La bandiera ellenica è alzata e un te Deum è celebrato. L’8 ottobre, una barca con abitanti di Karpathos, l’Ιmmacolata, va fino in Egitto per diffondere il messaggio di una Karpathos ormai liberata.